Skip links

Storia del progetto

vino cotto
Vino cotto, quali sfide? Intervista a Camillo Conti

Vino cotto, quali sfide? Intervista a Camillo Conti

La Comunità di Progetto Vino Cotto ha l’obiettivo di contribuire, attraverso il vino cotto e insieme ad altri fattori economici di sviluppo, a sostenere ed integrare le economie delle aree interne della provincia di Chieti. Abbiamo intervistato Camillo Conti, uno dei promotori e referente della comunità, per conoscere meglio il progetto. Conosciamo Camillo Conti, referente e coordinatore del progetto.Architetto originario di Roccamontepiano, dal 2015 è il presidente dell’Associazione Produttori di Vino Cotto d’Abruzzo, associazione attiva da quasi 15 anni nella valorizzazione e promozione del vino cotto. Come e perché nasce il progetto?Nasce per iniziativa dell’Associazione del Vino Cotto, della Cooperativa di produzione e trasformazione del vino cotto, di alcuni produttori del territorio e del Comune di Roccamontepiano. L’esigenza, dopo diversi anni di lavoro nell’ambito della valorizzazione del vino cotto è di allargare il raggio d’azione, dal punto di vista produttivo, commerciale e promozionale, alla collettività, coinvolgendo più realtà presenti nell’entroterra chietino. Vogliamo che la comunità locale sia partecipe, coinvolta, e che questo prodotto concorra a sostenere le piccole economie delle aree interne della provincia di Chieti. Il vino cotto, quali sono le sue peculiarità?Il valore storico, culturale ed economico del vino cotto è testimoniato dalle tante donazioni, divisioni e successioni di cui è stato oggetto in passato: ogni botte era considerata un bene di valore, degno persino di essere portato in dote. La tradizione del vino cotto viene, da generazioni, tramandata di padre in figlio, ed è legata alla cultura contadina.E’ un prodotto antichissimo, conosciuto sin dal tempo dei Romani. In Abruzzo è diffuso nel teramano e soprattutto nell’area collinare del chietino. Secco o dolce con un retrogusto sapido, si ottiene con un processo lungo e complesso: il mosto viene concentrato a fuoco vivo, poi “rabboccato”, fatto fermentare e lasciato invecchiare nelle botti.Nella sua produzione è impiegata sia uva a bacca bianca (Trebbiano, Cococciola, Montonico) che rossa, solitamente il Montepulciano d’Abruzzo.Il vino cotto è abitualmente consumato a fine pasto, e negli ultimi anni è sempre più utilizzato in cucina. Nella provincia di Chieti, il borgo di Roccamontepiano vanta una tradizione secolare nella  sua produzione che prevede un processo laborioso con una cottura lunga, a fuoco lento. Il prodotto finale risulta così essere più corposo. In passato, realizzare il vino cotto era un espediente per utilizzare anche l’uva proveniente da un raccolto o un’annata poco fortunata: il rischio era quello di ottenere un prodotto “difettoso”. Invece attraverso la cottura si andava a “rafforzare” il vino, evitando così che si rovinasse. Quali sono gli obiettivi del progetto?Tra gli obiettivi c’è quello di integrare, attraverso il vino cotto, le economie locali dell’entroterra chietino e completare un percorso già intrapreso da qualche anno ovvero il “perfezionamento” del prodotto a tutto tondo. Negli ultimi anni con la costituzione della Cooperativa è stata avviata un’attività d’impresa per la produzione di vino cotto, mosto cotto e derivati. Se prima la realizzazione era relegata prettamente all’ambito familiare e privato, attraverso la Cooperativa si è costituita un’impresa collettiva.Ci siamo dotati di un disciplinare, abbiamo affinato la tecnica produttiva e ci siamo muniti di una barricaia: stiamo “accantonando” il  vino che viene commercializzato solo e non prima di due anni dalla produzione e che può arrivare fino a 30/40 anni di affinamento.Vogliamo rafforzare un mercato di nicchia che attualmente è ancora troppo fragile e con questo progetto intendiamo implementare e strutturare una rete commerciale, sia attraverso le piccole botteghe presenti sul territorio, che attraverso una piattaforma e-commerce per dare la possibilità anche a chi vive fuori dai confini regionali di acquistare il prodotto.Inoltre dobbiamo continuare nel processo di promozione del vino cotto, nel suo racconto, e sensibilizzare ulteriormente i ristoratori locali, fare in modo che venga proposto, per accompagnare il dolce o essere utilizzato nella preparazione dei piatti.Altro obiettivo è quello di organizzare meglio l’accoglienza turistica, le degustazioni. Attualmente l’Associazione fa delle attività in questo senso, ma sono sporadiche e poco strutturate. Quali sfide?Riuscire a far diventare questo prodotto un “marcatore” distintivo del nostro territorio e tenere insieme nel tempo il gruppo, questo vale per tutte le iniziative dove sono coinvolti più portatori d’interesse. Come vi siete organizzati? Chi aderisce alla Comunità di Progetto?La Cooperativa di produzione e trasformazione del vino cotto, alcune aziende agricole locali, l’Associazione dei produttori di vino cotto e il Comune di Roccamontepiano. Si tratta del primo nucleo che ha costituito la comunità e che attualmente sta implementando il progetto.  Operativamente? Quali azioni concrete state implementando?Stiamo cercando di coinvolgere altri portatori d’interesse, di fare rete con i diversi operatori economici presenti sul territorio di riferimento e pianificare le attività.Recentemente, a Roccamontepiano, abbiamo anche individuato una vecchia casa di terra cruda che vogliamo prendere in gestione così da utilizzarla come punto di degustazione e bottaia.Queste antiche costruzioni hanno mura ben spesse e una tenuta termica importante. Inoltre concorrono a raccontare il territorio e quella che è la sua tradizione “costruttiva”. Quali risultati volete raggiungere da qui a un anno? E come si potranno “visualizzare” concretamente?Speriamo di incrementare e rafforzare la rete dei piccoli produttori,  coinvolgere nella valorizzazione del prodotto ristoratori e piccole botteghe alimentari, partire con l’organizzazione di una rete commerciale, implementare una piattaforma on line dedicata all’e-commerce. Quest’ultima sarà importante anche nel racconto del vino cotto e del suo territorio di riferimento, per prenotare una visita o una degustazione. In termini di comunicazione, ci piacerebbe anche procedere con un restyling grafico, un nuovo “packaging”, etichette e logo. Inoltre andremo ad ampliare la gamma prodotti: attualmente insieme al vino cotto, è presente anche il mosto cotto. A questi aggiungeremo la confettura d’uva, un altro prodotto

Vino cotto
Come nasce il progetto

Come nasce il progetto

Il progetto vino cotto è un prodotto annoverato tra i prodotti tipici della tradizione enograstronomica regionale, che nel 2003, grazie all’impegno profuso dal Comune di Roccamontepiano, da alcini produttori cultori ed appassionati, ha avuto il riconoscimento come prodotto tipico della Regione Abruzzo e del Ministero delle Politiche Agrarie. Particolare merito va riconosciuto al lavoro svolto in questi anni dal GAL Maiella Verde che con il progetto “10 prodotti da salvare” e con altre iniziative, ha contribuito in maniera determinante al rilancio dell’interesse intorno a questo prodotto tipico. Esso è presente in molta parte del territorio regionale, ma ha avuto storicamente un forte radicamento sul territorio del Comune di Roccamontepiano. Numerosi studi e ricerche condotte nel passato, hanno rivelato una pratica diffusa su questo territorio, nella produzione di vino cotto di ottima qualità. Grazie all’attività svolta dai vari soggetti istituzionali e dall’associazione dei produttori, nel corso degli ultimi anni, il movimento intorno a questo prodotto è cresciuto e si è consolidato attraverso la creazione di un centro cottura consortile con sede in contrada Terranova del Comune di  Roccamontepiano. Questa esperienza ha messo insieme i produttori, operatori della filiera enogastronomica, privati cittadini, enti pubblici, associazioni ecc. con l’obiettivo di rinvigorire questa tradizione e far conoscere ad una platea sempre più ampia, questo prodotto tipico, preservandone le modalità di preparazione e le sue qualità di gusto, sapore e originalità. L’area geografica di riferimento è il territorio interno della provincia di Chieti  dall’area Chietino-Ortonese, Alto Sangro e Alto Vastese. Questo lavoro portato avanti dall’Associazione, dai produttori  e dalle istituzioni territoriali, ha visto crescere  l’attenzione e l’apprezzamento per questo prodotto e la nascita di varie esperienze produttive in diversi territori della nostra Regione. L’esperienza Roccolana, a differenza delle altre, ha saputo mantenere e valorizzare la presenza diffusa sul proprio territorio dei piccoli produttori privati che destinano il vino cotto all’auto consumo o alla celebrazione di eventi familiari importanti. Negli ultimi anni un gruppo di produttori ha dato vita ad una cooperativa di produzione denominata Coop. Vino cotto, costituendo un soggetto giuridico sotto forma di impresa collettiva che ha avviato una propria attività d’impresa per la produzione di vino cotto, mosto cotto e suoi derivati. Oltre a questa esperienza la comunità è impegnata a valorizzare il vino cotto al fine di aumentarne il prestigio, tutelarlo e soprattutto approfittare delle opportunità offerte dal mercato per creare una filiera di commercializzazione, trasformandolo da prodotto di cantina riservato a pochi consumatori, a prodotto disponibile sul mercato. L’esperienza in atto si avvale di tecnologie di produzione avanzate, basate su sistemi di controllo della qualità e delle caratteristiche organolettiche e di originalità che derivano dai metodi e dalla radicata esperienza tramandata dai nostri